ATTACCAMENTO MADRE-BAMBINO

HO RITENUTO INTERESSANTE PUBBLICARE QUESTO ARTICOLO SUL MIO BLOG, PERCHE' è MOLTO VALIDO!

I primi tre anni di vita sono molto importanti perchè è questo il periodo necessario a formare il legame reciproco tra madre e bambino.

I bambini contribuiscono alla relazione di attaccamento attraverso il pianto ma non solo, anche con i primi sorrisi, i vocalizzi, gli sguardi e ancora quando dimostra la sua completa fiducia nel genitore, rannicchiandosi tra le sue braccia. E per un adulto, riuscir a far sorridere o consolare un neonato è fonte di gioia e piacere. È così che si innesca un dialogo fatto di segnali. Se poi ci aggiungiamo a questi fattori, quelli ormonali della madre che allatta, il rapporto diventa ancora più saldo, tanto da parlare di continuazione di quel rapporto simbiotico instauratosi durante la gravidanza. Si potrebbe dire che la mamma si innamora del proprio bambino.

Diciamo che per uno sano sviluppo mentale, per concentrarsi, potersi applicare, interessarsi agli altri e al mondo è importante crescere in un ambiente familiare sereno e instaurare un buon rapporto con i genitori. Al contrario, un bambino stressato e insicuro, cercherà in ogni modo di diferdersi o isolarsi dalle situazioni che gli procurano ansia o sofferenza, cadendo in uno stato di scarsa autostima.

Il meccanismo del legame con la madre ci è stato descritto da Konrad Lorenz e Eckhard Hess (studiosi del comportamento) in relazione agli animali. È sopratutto famoso quello degli anatroccoli nel quale, per istinto, questi nell'arco delle 24-48 ore seguono gli spostamenti della madre, imparando precocemente il richiamo della madre dagli altri.
Come dimostrò lo stesso Lorenz, se la mamma viene a mancare i piccoli seguono gli oggetti in movimento vicino a loro durante le prime ore dalla nascita. E questo dimostra come la natura preveda delle alternative.
Per un neonato si parla in questo caso di legame primario in quanto per sopravvivere ha bisogno di qualcuno che si occupi di lui. Questo non vuol certo dire solo dargli da mangiare o metterlo a letto ma anche trasmettere con la presenza sicurezza e ottimismo. È infatti con la vicinanza, il contatto fisico, la voce che noi possiamo alimentare il senso di sicurezza e il benessere psicologico.

Quattro sono le fasi necessarie a formare il legame di attaccamento:
  1. Pre-attaccamento. Dai 0-2 mesi il bambino dà risposte sociali indiscriminate (vedi esercizi riflessi: Fin dalla nascita nel neonato sono presenti dei meccanismi riflessi; anche il sorriso è un meccanismo riflesso)
  2. Attaccamento informazione. Dai 2-7 mesi è il periodo in cui riconosce i familiari
  3. Attaccamento rigido. Dai 7-24 mesi il bambino protesta quando avviene la separazione dalle figure di attaccamento; c'è diffidenza nei confronti degli estranei; ha inizio una comunicazione intenzionale
  4. Attaccamento basato sulla reciprocità. Dai 24 mesi in poi ha inizio una comunicazione a due vie, dove il bambino comprende meglio le esigenze degli altri, si possono avere scambi comunicativi con lui e da parte sua lo vedremo ripetere quello che noi facciamo a lui e per lui, come lavarlo, accarezzarlo, ecc.

È fondamentale che il bambino senta che si tiene a lui, che non è solo curato fisicamente ma è nella mente di qualcuno. Quando sarà in grado di tollerare le separazioni dai genitori allora significa che anche lui può trattenere nella propria mente l'immagine dei genitori.

Una buona dinamica di attaccamento si articola in tre passi:
  1. l'esplorazione creativa (Prime abitudini: se con il sorriso ottiene qualcosa di piacevole, cercherà di rifarlo)
  2. la verifica della realtà (coordinazione della vista e della prensione: le scoperte della tappa precedente, cercherà di indirizzarle verso l'ambiente esterno)
  3. il graduale distacco dalla madre. Ogni cosa deve essere affrontata per gradi, compreso il distacco, tutto dipende dal bambino. Quando inizia il periodo critico, anche solo uscire dalla sua vista, per lui è come sparire; quindi abituarlo per gradi a capire che la mamma, anche se non la vede, è sempre presente. A tal proposito, propongo al bambino la lettura di un libro veramente molto bello: "La Mamma nel Cuore" che aiuta il bambino a crescere in questo senso.
Il momento più difficile è quello tra i 7-8 e i 16-18 mesi in cui il bambino porebbe vivere intense situazioni di angoscia (esempio: la mamma si allontana e non ci sono altre figure di attaccamento come padre, fratello, nonna). Ed è proprio in questa fase che inizia a formarsi un primo rudimentale concetto di sè in cui acquisisce il fondamentale senso di fiducia in se stesso e di allegria.

Ma ci sono anche effetti psicologici a lungo termine. Quelli derivati da un buon attaccamento sono così schematizzati:
  • aiutano il bambino a osservare il mondo che lo circonda e a prendere iniziative
  • incoraggiano lo sviluppo del pensiero logico
  • facilitano la socializzazione e lo sviluppo del linguaggio
  • promuovono la formazione di una coscienza
  • aiutano a reagire agli stress, a fronteggiare le frustrazioni, i dolori, le paure
  • consentono un giusto equilibrio tra dipendenza e indipendenza
  • favoriscono la formazione dell'identità
  • favoriscono lo sviluppo di relazioni affettive sane negli anni a venire


Cosa succede invece se l'attaccamento è carente? Il bambino cresce poco, è in uno stato depressivo, è apatico, si ammala facilmente, apprende lentamente, non si fida di nessuno. In questo caso si parla della perdita della figura di attaccamento nei primi mesi o anni di vita e non si è trovato un sostituto oppure la mamma è depressa, indifferente o assente.
Gli effetti delle carenze nel legame di attaccamento sono riscontrabili già da 1-2 anni di vita, alcune carenze però diventano evidenti al momento dell'entrata a scuola dove, a causa della sua insicurezza, non riesce a concentrarsi e a trovare la tranquillità interiore.

Ora schematizzerò quattro tipi di attaccamento sulla base di come reagiscono i bambini alla separazione della mamma:
  1. Attaccamento sicuro. Superata la fase critica dei 7-16 mesi, se lasciati con persone che conoscono, sopportano senza drammi le progressive assenze della mamma.
  2. Attaccamento evitante. Sono bambini che danno l'impressione di essere autonomi, ma in realtà si tratta di un legame molto forte ma mascherato. Si incontreranno le difficoltà solo nel momento dell'entrata a scuola e nell'adolescenza.
  3. Attaccamento ambivalente. Sono bambini molto affettuosi che non sopportano di non vedere e non sentire la mamma. Ma poichè la mamma non si comporta in modo coerente (ha sbalzi d'umore, dice una cosa e ne fa un'altra, ecc.), il bambino, che non riesce a prevederne le reazioni, ne risulta ansioso.
  4. Attaccamento confuso. Sono bambini molto disturbati a causa dell'assenza della mamma e sono impauriti dalla sua presenza.
    Parliamo di un caso estremo in cui i bisogni primari del bambino non sono stati soddisfatti. Si tratta di mamme depresse o disturbate a tal punto da maltrattarli e trascurarli. Se il bambino non riesce a stabilire un legame di attaccamento con un altra figura potrebbe andare incontro anche a gravi disturbi della personalità.
Mi scuso, con chi si è sentito discriminato da questa lettura. Il mio intento è quello di dare informazioni e non quello di accusare o far sentire in colpa le mamme lavoratrici. In fondo io credo che, considerate le difficoltà oggettive di questo periodo, l'importante è trovare il tempo per stare con il nostro bambino, ma che siano momenti speciali e importanti

Commenti