Ruoli educativi nelle discipline artistiche




L'altro giorno, discutendo sull'importante ruolo che l'arte (o forse è meglio dire l'espressione artistica) svolge nella formazione del bambino (sviluppo capacità di apprendimento, coordinazone psico-motoria, esternazione dei propri pensieri, desideri, paure ecc...) io e la mia collega Daniela ci siamo soffermati ad analizzare il difficile ruolo dell'educatore in riferimento all'attività artistica sia esso un genitore, un insegnante, o uno specialista del campo.
Dalla discussione è emerso che il ruolo dell'educatore, ovviamente differenziato a seconda dell'età del soggetto e del contesto in cui è inserito, non è tanto quello di insegnare ed esigere l'apprendimento di tecniche e modi di esecuzione ma quello di "accompagnare", di indicare la via, in modo che il bambino, ma potrebbe essere tranquillamente anche un adulto, possa muovere i primi passi nel meraviglioso mondo dell'arte.Ovviamente da un corso di disegno, pittura o modellazione non possiamo non aspettarci l'insegnamento delle tecniche basilari ma l'approccio deve essere comunque bilaterale: l'educatore deve essere capace non solo di trasmettere informazioni ma di far sì che, attraverso il suo modo di esporre e la sua capacità comunicativa, faccia diventare l'allievo bramoso di conoscenze e richieda continui approfondimenti su quanto sta imparando.
Chi sa fa chi non sa insegna recita un famoso detto, io mi sentirei invece di affermare il contrario, chi sa fare continui a fare e lasci a chi ha le competenze e le capacità per insegnare di promuovere l'apprendimento artistico con tutte le responsabilità che richiede.
L'insegnante dovrà quindi suscitare l'interesse e fornire i mezzi, il genitore avrà lo scopo di promuovere e gratificare comunque quanto fatto ed ogni singolo progresso e il bambino dovrà essere lasciato libero di esprimersi in ogni forma e dovrà trovare sempre disponibili tutto ciò che servirà alla sua formazione artistica (materiali, strumenti, fonti d'ispirazione, tecniche ma soprattutto la guida di un adulto capace di comprendere in tempo reale le sue necessità e il modo per soddisfarle). Troppo spesso ho visto e sentito raccontare di insegnati che trasformano in sculture (belle comunque da vedere) gli assemblaggi primordiali di un bambino, di pittori bravissimi che, forse per nascondere la propria negazione all'insegnamento, mettono mano a quadri altrui stravolgendoli completamente e negando in questo modo il nascere dello stile individuale dell'apprendista... non dimentichiamo che il bambino, a differenza dell'adulto (che mette sempre uno scopo in tutto quello che fa) non ricerca la bellezza delle sue produzioni artistiche ma si diverte nel fare e nel trasformare, non si lascia prendere dalla frustrazione se non riesce a produrre bene come il compagno ma resta sempre soddisfatto della sua opera che per lui è unica per il semplice fatto di essere riuscito a realizzarla autonomamente; se accade il contrario (ed è una cosa deleteria) significa che il bambino non sta più producendo per se stesso ma per soddisfare le aspettative di genitori ed insegnati, sarà quindi necessario un drastico e repentino cambio di rotta nell'insegnamento prima di chiudere per sempre lo sviluppo creativo.
L'apprendimento di una capacità artistica è un fattore multisensoriale che coinvolge tanto la sfera emotiva quanto i sensi coinvolti (tatto, vista, olfatto...) proprio per questo l'allievo va guidato rispettando (e sottolineo rispettando) le sue capacità, i suoi tempi e le sue esigenze. Se un educatore non ha le capacità, non ha i mezzi o è in qualche modo ostacolato a svolgere nel migliore dei modi quello che sta facendo cambi pure lavoro prima di fare danni, l'istinto del bambino, lasciato solo, sarà comunque in grado di guidarlo, anche se con tempi più lunghi, verso il suo percorso artistico e creativo

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